05 novembre 2013

Quando separarsi sembra essere impossibile.. una possibile spiegazione


Sono purtroppo frequenti i casi di cronaca in cui uno dei due coniugi, solitamente il marito, non riesce ad accettare la scelta di separazione della moglie.
Alla decisione, "perde la testa" e diventa violento, non si controlla, e modifica il suo comportamento fino ad arrivare ad uccidere la propria compagna. 

Ci si chiede cosa stia alla base di queste azioni: se il troppo amore, la gelosia, l'intollerabilità della fine o la tristezza di uomini che si trovano tutto d'un tratto soli.
Questi eventi fanno riflettere sulle relazioni: come vengono vissute all'interno della coppia, quali ruoli rivestono i compagni per noi, qual'è l'importanza della loro presenza e soprattutto della loro assenza; Ci permettono poi di pensare a come vengono gestite o mal gestite e come viene affrontata la loro fine.

La società di oggi è in netto mutamento rispetto al passato, e si caratterizza sempre più e in sempre più numerosi ambiti dalla Transitorietà: di casa, di amici, di luoghi, di oggetti... 
Se la mutevolezza dell'oggi da una parte è importante per il progresso e per la crescita e porta molte possibilità in più che ne fanno un tratto positivo, dall'altra parte essa è legata a braccetto con l'incertezza e il disorientamento, la paura e la mancanza di riferimenti, che la connotano negativamente dal punto di vista dei legami.
Un tempo la scelta di legarsi ad una persona era forte: la decisione di condividere la vita con un compagno o compagna aveva cioè una forte essenza etica di impegno, esclusività, totalità.
Oggi i legami si sono un pò spogliati di questo carattere "sacrale" e sono diventati più fluidi, liberi, come è il mondo che li circonda. 
La reazione di fronte a questa mutevolezza può essere equilibrata, al passo con i tempi… caratteristica di una relazione che si rinnova e cresce velocemente, giorno per giorno.
Oppure può essere radicale: le relazioni possono essere vissute in modo rigido senza possibilità di mutamento, tutto deve necessariamente rimanere com’è perché il cambiamento spaventa, o al contrario possono essere vissute in modo rigido nel senso che non c’è tentativo di investire in una relazione…: quando ci sono i primi segni che qualcosa non và allora si cambia… il compagno/a.
Le modalità rigide di gestione delle relazioni sono quelle che creano molta sofferenza, perché le persone che le adottano non riescono a trovare il modo di gestire i cambiamenti, che sono vissuti come minacciosi oppure, in un crescendo, come privativi di parti importanti di sé o di tutto il proprio essere.
Non accettare che una compagna o moglie non voglia più una relazione con loro porta quindi forse queste persone ad estremismi:

non per me.. non in nessun altro modo.

Nessun commento:

Posta un commento